“Sufficente” o “sufficiente“: come si scrive? A volte, ammettiamolo pure, il dubbio è balenato in mente a chiunque a prescindere dal grado di istruzione e dalla mole di libri di grammatica fagocitati.
Eppure l’italiano, per quanto indubbiamente classificabile come una lingua difficile da imparare e padroneggiare (persino per i madrelingua), ha in proposito delle regole grammaticali abbastanza chiare. Vediamo quali sono.
La giusta grafia, la giusta pronuncia
Inutile tentare di mantenere la suspence: basta provare a scrivere questa parola sul cellulare o su un file Word perché il correttore agisca immediatamente rimediando alle eventuali sviste o all’ignoranza. La parola esatta, è facilmente verificabile quindi, è “sufficiente” con tanto di “i”. Da questo momento in poi quindi se vi troverete nell’impossibilità di chiedere l’aiutino da casa, per così dire, saprete come comportarvi.
Ma da dove deriva questo dilemma grammaticale? Forse dal fatto che nella pronuncia comune la “i” incriminata si sente poco, a volte persino sparisce, o forse dal fatto che, diversamente da quanto accade in parole come “farmacie”, essa non ha la funzione di definire al meglio un suono (in quel caso di distinguere ad esempio tra una “c” dolce ed una dura) o forse ancora di una commistione delle due cose che, alla lunga, ha generato un’abitudine linguistica non esattamente esemplare.
L’etimologia
Da dove deriva la parola sufficiente? La sua etimologia è chiaramente latina. In particolare la parola altro non è che una forma del participio del verbo sufficiere, a sua volta derivante dall’unione della particella “sub” con la voce “facere“, termini che una volta combinati hanno finito per indicare qualcosa che basta a stento, che non eccede o non manca ma che insomma è presente in minima parte oppure ancora che possiede delle qualità nelle quantità minime richieste.
La presenza della “i” della discordia è anche’essa un chiaro retaggio latino e segnala che la parola italiana si è formata su analogia di quella usata a Roma e dintorni senza cambiare la grafia originaria né al singolare né tanto meno al plurale. Inoltre è bene notare che sufficiente e sufficienti sono al contempo forme maschili e femminili, retaggio anche questo di una derivazione latina.
Piccola curiosità: il termine “efficiente” condivide lo stesso destino linguistico e la medesima storia evolutiva di “sufficiente”.
Perché si scrive sufficiente?
Beh, le ragioni per cui questa parola si sia affermata storicamente nel vocabolario italiano le abbiamo appena esaminate. Perché la sua grafia sia questa però non è stato ancora spiegato, almeno non fino in fondo, almeno non tanto chiaramente da essere capito da tutti.
In questo caso la presenza di due “i” è dovuta alla regola delle parole che al singolare hanno desinenza -cìa o -gìa e che al plurale conservano la “ì” un po’ come avviene insomma quando parliamo delle farmacie e non delle farmace del quartiere oppure ancora quando cambiamo provincia per partire alla volta di altre province.
Insomma: l’italiano, soprattutto per chi ne conosce le regole o ha almeno un’infarinatura della lingua latina, può essere molto più semplice di quanto si crede.