Sennò o Se no: come si scrive?

I dubbi relativi alla scrittura di una parola che pronunciamo quotidianamente ci possono creare problemi perché il rischio di un errore grammaticale è elevato. Nella lingua italiana parlata è più difficile cadere in errore grossolani, non così nel momento in cui mettiamo nero su bianco.

E’ il caso di sennò e se no. Quale bisogna considerare come forma linguistica corretta?  Questa volta siamo fortunati perché la parola si può scrivere in entrambe le versioni. In genere uno ricorda la grafia appresa a scuola e continua a scrivere la parola come l’ha imparata. Di fronte al dubbio basta ricordare che entrambe le grafie sono corrette.

Sennò o se no hanno lo stesso significato cioè “in caso contrario” e possono essere sostituitei con altrimenti o diversamente. La scelta di quale utilizzare è molto soggettiva: in genere in famiglia parlando si utilizza sennò. La forma più diffusa del termine scritto è invece se no, in quanto forse più moderno.

La parola sennò nasce con il fenomeno dell’univerbazione che porta al raddoppiamento sintattico ed è per questo che si scrive sennò e non senò. In realtà la regola valida in questo caso non si applica ad altre parole che diventano errore se unite. E’ il caso di eddai oppure di vabbè, che raddoppiano la consonante soltanto nella lingua parlata di alcune parti d’Italia.

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