Esercitare la professione di avvocato è sicuramente il sogno di molti giovani che vedono nell’attività forense un grande prestigio sociale ed un mestiere di grandi soddisfazioni. In realtà non si tratta di un lavoro semplice ma di una professione in cui bisogna essere sempre aggiornati e preparati alla quale si arriva dopo molti anni di studi e sacrifici.
Gli orari di lavoro non sono fissi e purtroppo nemmeno la retribuzione sempre lo è nel senso che non c’è un salario minimo garantito: intraprendere la strada dell’avvocatura deve nascere da una grande passione e bisogna essere dotati di un notevole spirito sacrificio.
Come diventare avvocato
La strada per diventare avvocato è lunga ed inizia iscrivendosi alla facoltà di Giurisprudenza al termine della quale si diventa Dottore in Legge: anche se si ottiene un voto basso ci si può iscrivere all’Ordine degli Avvocati e iniziare il praticantato ma un punteggio alto è sempre un ottima referenza presso qualsiasi studio legale, specie per quelli più blasonati.
Il praticantato dura un minimo di 18 mesi ed è possibile iniziare il percorso di praticante avvocato presso uno studio legale già durante l’ultimo anni di università. Al termine di questo lasso temporale è possibile dare l’esame di Stato per ottenere l’abilitazione alla professione forense.
L’esame di Stato
L’esame di Stato è costituito da due diverse prove d’esame. Si comincia con la prova scritta che viene sempre svolta nel mese di dicembre per tre giorni consecutivi per poi procedere con la prova orale che si svolge in una giornata, ma soltanto se si è superato il primo step dello scritto.
L’esame scritto si compone di tre parti: due pareri che prevedono la soluzione di un caso civile ed uno penale e la stesura di un atto. La prova orale si basa su cinque materie a scelta tra i vari tipi di diritto, con l’obbligo di uno tra civile e penale, e la deontologia forense. Se si supera questo consistente esame si diventa avvocati e ci si può iscrivere all’albo.
Esercizio della professione
La professione di avvocato prevede di lavorare in proprio o essere dipendente di altri studi legali nonché di assicurazioni, banche o amministrazioni pubbliche. Quest’ultima è la scelta più frequente, basti pensare che un avvocato su tre diventa funzionario di un ente pubblico.
Tra gli indirizzi preferiti dai neo avvocati ci sono il tributarista, l’avvocatura d’affari e il diritto d’impresa.
Tra le attività che può svolgere un avvocato c’è anche quella di giudice di pace se nominato giudice onorario o di magistrato presso la giurisdizione ordinaria. Intraprendere la strada dell’avvocatura può dare accesso a molti sbocchi lavorativi non soltanto legati al settore della Legge ma viste le competenze e le conoscenze acquisite negli anni favorire l’impiego in diversi settori economici e produttivi.