Il suono fonetico di alcuni termini della nostra lingua parlata può rappresentare un problema nel momento in cui ci apprestiamo a scrivere. Questo perché oralmente non si capisce bene se certe espressioni contengono o meno una lettera: è il caso per esempio della sillaba ie oppure della sola e o l’impiego della c o della q.
Questo può potare, se non si ha una conoscenza adeguata della grammatica italiana, a gravissimi errori ortografici che possono creare pesanti imbarazzi sul posto di lavoro come a scuola o nello scrivere messaggi e mail.
E’ ad esempio il caso della parola innocuo, termine che vuole sempre e soltanto la c e mai la q. E’ un errore grave scrivere innoquo, parola non presente nel dizionario. A questo proposito, per evitare di cadere nel baratro, se non si ha la certezza di come si scrive un termine è bene consultare il vocabolario che ci toglierà ogni dubbio o tenere a mente la regola grammaticale che riguarda come si scrivono determinate parole.
La regola di cu e di qu
La grammatica italiana è zeppa di regole e di molte eccezioni e la parola innocuo rientra proprio in una di queste eccezioni come taccuino, altro termine che si scrive sempre con cu.
In quasi tutti gli altri casi è semplice ricordare come scrivere correttamente un termine: se la lettera u è seguita da una vocale si utilizza la qu come nelle parole quadro, quando, qualora mentre se la u è seguita da una consonante allora bisogna usare cu come nei termini accudire, accusa, cucina.
Altra confusione viene generata spesso dall’inserimento della sillaba cqu, considerato un altro grave errore se utilizzata impropriamente. Generalmente infatti essa si adopera soltanto con le parole che derivano da acqua quali acquazzone, acquario, annacquare e non in altri casi.