Eràclito è stato uno dei più grandi filosofi greci dell’antichità. Nato a Efeso, in Asia Minore nel 535 a.C. è stato uno dei massimi esponenti del pensiero presocratico. Persona solitaria e schiva, visse gran parte della sua vita circondato da sé stesso e dal suo pessimismo, che trasferì anche alla sua opera. Poche le notizie giunte a noi relative alla sua biografia così come molto frammentata risulta anche la sua produzione giunta ai giorni nostri.
Nato da una famiglia aristocratica le cui origini sono riconducibili ad Androclo, fondatore della città di Efeso, Eraclito non aspirava al potere che la sua posizione gli dava e rinunciò ad avere il titolo di basileus, la massima carica sacerdotale, lasciandola al fratello più giovane.
Trascorse gran parte della vita nel tempio di Artemide rifiutando privilegi e favoritismi e negli ultimi anni preferì vivere solo sui monti, nutrendosi solo di vegetali. La sua morte si colloca nel 475 a.C. ma non v’è certezza sulla sua fine e su di essa esistono versioni molto discordanti. Quel che è certo è che Eraclito, che aborriva ogni forma di ricchezza e di potere, visse lontano dalle invidie e dai beni materiali e per questo non fu mai amato dai suoi concittadini che la pensavano in maniera opposta.
Filosofo greco detto l’oscuro
I filosofi venuti dopo di lui furono certamente influenzati dalla sua opera, da Platone ai seguaci dello stoicismo. In particolare Aristotele e Socrate lo ribattezzarono l’oscuro o il piangente per l’effettiva difficoltà di comprensione, visto l’aspetto criptico della sua opera e del suo pensiero. Ciò che è giunto ai giorni nostri sono frammenti sparsi e brevi testimonianze, in particolare aforismi oracolari. Eraclito concentrò la sua produzione filosofica in tre libri, divisi sull’universo, la morale e gli dei. Sono 126 frammenti dei quali molti brevissimi.
Eraclito è conosciuto come il filosofo del divenire. Egli sostiene che il flusso delle cose e della vita prosegue come un fiume e nulla rimane statico. Per questo si associa al motto panta rei, tutto scorre, anche se in realtà fu Simplicio a coniare questa espressione, che ha origine dagli aforismi di Eraclito. La sua concezione dell’universo si fonde su qualcosa che è in continuo mutamento e sulla base che tutto racchiude in sé anche il suo contrario. La realtà per Eraclito nasce dalla battaglia tra gli elementi per cui anche la vita è una trasformazione continua.
Il pensiero di Eraclito
L’uomo è l’elemento centrale della sua ricerca filosofica ed è proprio il primo filosofo che arriva a questa scelta. Per Eraclito l’uomo deve perseguire nel suo io la verità, evitando nel suo cammino di perdere questo prezioso punto di vista. Egli distingue gli uomini in svegli e dormienti. Gli svegli sono coloro che ambiscono alla vera essenza della vita, tralasciando le apparenze, sempre superficiali e inutili.
I dormienti sono invece quelle persone che vivono all’opposto in maniera superficiale senza perseguire la verità: “… agli altri uomini rimane celato ciò che fanno da svegli, allo stesso modo di quando non sono coscienti di quel che fanno dormendo.” In particolare Eraclito lancia le sue critiche più aspre nei confronti dei pensatori del suo tempo, accusati di non cogliere la verità delle cose, tra i quali Esiodo, Ecateo ed Omero.
Un altro degli aspetti che caratterizzano la filosofia di Eraclito è la dottrina dei contrari. Per il pensatore di Efeso esiste un rapporto di dipendenza reciproca tra gli opposti: “siamo e non siamo”, “nello stesso fiume scendiamo e non scendiamo”. Gli opposti pur lottando fra loro non possono non prescindere l’uno dall’altro, nulla esisterebbe se non ci fosse anche il suo contrario.
E’ qui che si capisce come ci sia una sorta di guerra da una parte e una profonda armonia dall’altra: giorno e notte, vita e morte sono alcuni esempi. L’unità di tutti i contrari per Eraclito è rappresentata da Dio, che viene concepito come la realtà non creata che esiste da sempre e sarà per sempre.
Il pensiero filosofico di Eraclito si basa, oltre che sull’uomo sulla verità, il logos. E’ la legge cosmica e divina per la quale ogni cosa ha un inizio e una fine. Anche la ragione umana è alla base di questa legge universale che regola il cosmo e viene diffusa attraverso la parola e il discorso.
L’uso della forma orale all’epoca dei filosofi greci antichi era il modo principale per trasmettere i concetti e il sapere. Eraclito sostiene che il logos è di tutti gli individui ma solo pochi lo sanno interpretare: “Filosofo è colui che segue la via della verità, cosa che solo pochi sono in grado di fare”.
Nella filosofia antica tutti i filosofi avevano la consapevolezza che ogni cosa derivi da un principio che è per definizione unico e immutabile. Erano le quattro essenze fondamentali acqua, terra, fuoco e aria gli elementi tra i quali i filosofi antichi scelsero l’arché. Per Eraclito questo era rappresentato dal fuoco, elemento sempre vivo e sempre in divenire, con movimenti uguali ma sempre diversi. Tutto ha inizio e fine nel fuoco.