Una delle espressioni molto utilizzate nella lingua italiana sia parlata che scritta è dopodiché. Questo termine però può creare dubbi amletici perché si trova scritto anche separando le tre parole, dopo di che.
Cerchiamo di capire quale sia la grafia corretta anche perché ci sono di mezzo degli accenti che si devono impiegare nel modo giusto. Le due versioni dopodiché e dopo di che sono le uniche due forme giuste e si possono scrivere tranquillamente come si preferisce.
Dopo di che è forse più semplice da ricordare perché non richiede l’uso di alcun accento ed è la prima versione dell’espressione nella grammatica italiana. Dopodiché nasce in seguito dall’univerbazione di tre parole e si scrive con l’accento acuto sull’ultima lettera.
Attenzione proprio a questo: la forma corretta è dopodiché e non dopodichè. La regola infatti vuole che tutte le parole che finiscono in che prendano l’accento acuto, come macché e perché. Si tratta di parole tronche che nella lingua italiana vogliono sempre l’accento sull’ultima vocale.
Ricordiamo di non raddoppiare mai le consonanti presenti nel momento in cui si uniscono le parole perché dopodicché è una forma errata di parola univerbata.
I due termini corretti possono essere impiegati distintamente se proprio vogliamo essere particolarmente scrupolosi. Dopo di che può essere utilizzato per indicare una funzione consecutivo-temporale come “Ho messo la crema abbronzante dopo di che mi sono steso al sole”.
L’espressione attaccata dopodiché può invece essere usata per esprimere una condizione nata dall’azione precedente, con un intento avversativo. “Mi sono ferito ad una mano dopodiché sono andato al pronto soccorso.”