Cittadinanza attiva e comunità energetica rinnovabile

Negli ultimi anni, la lotta ai cambiamenti climatici ha assunto un ruolo centrale nell’agenda politica e sociale di molti paesi del mondo. Una delle sfide più importanti è quella di garantire una produzione di energia pulita e sostenibile. In questo contesto, si stanno diffondendo a livello globale le comunità energetiche rinnovabili, che rappresentano una soluzione innovativa e promettente.

Oggi, chi consuma energia elettrica può associarsi con altri utenti finali per produrre localmente l’energia di cui hanno bisogno attraverso fonti rinnovabili, e poi dividerla tra loro. Questa opportunità è stata resa possibile grazie all’introduzione del decreto-legge 162/19 (articolo 42bis), insieme alla delibera 318/2020/R/eel dell’ARERA e al DM 16 settembre 2020 del Ministero dello Sviluppo Economico.

L’energia elettrica condivisa rappresenta la quantità minima di energia immessa in rete dagli impianti di produzione e quella prelevata dai consumatori che aderiscono al sistema. Grazie al servizio di valorizzazione e incentivazione, il Gestore dei Servizi Energetici fornisce un contributo economico per questa forma di energia.

Si tratta di aggregazioni di persone, imprese o enti locali che producono, distribuiscono e consumano energia rinnovabile in modo condiviso e collaborativo. Grazie alle tecnologie digitali, le comunità energetiche rinnovabili consentono di valorizzare al massimo le fonti di energia rinnovabile presenti sul territorio, riducendo le emissioni di gas serra e creando nuove opportunità di lavoro e sviluppo locale.

Ma le comunità energetiche rinnovabili non sarebbero possibili senza un altro concetto altrettanto importante: la cittadinanza attiva, ovvero la partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica, economica e sociale della propria comunità. In questo senso, la cittadinanza attiva gioca un ruolo fondamentale nelle comunità energetiche rinnovabili, poiché consente di coinvolgere attivamente i cittadini nella produzione e gestione dell’energia rinnovabile, trasformandoli da meri consumatori a protagonisti del processo di transizione energetica.

Cittadinanza attiva e comunità energetica rinnovabile: un binomio vincente

La cittadinanza attiva è un concetto che si riferisce all’impegno dei cittadini nel contribuire attivamente alla vita civica, all’organizzazione della comunità e alla promozione di azioni di miglioramento del territorio. In particolare, l’energia rinnovabile rappresenta un’importante opportunità per la cittadinanza attiva, in quanto consente ai cittadini di diventare produttori di energia pulita e di partecipare attivamente alla transizione verso una società a basse emissioni di carbonio.

Le comunità energetiche rinnovabili, infatti, sono costituite da gruppi di cittadini che si uniscono per gestire e utilizzare fonti di energia rinnovabile. Questo modello di gestione energetica consente ai cittadini di essere attivi protagonisti nella produzione e nella gestione dell’energia, promuovendo una maggiore partecipazione civica e un maggiore coinvolgimento nelle decisioni che riguardano il proprio territorio.

La creazione di comunità energetiche rinnovabili può avere un impatto positivo sulla riduzione delle emissioni di gas serra e sulla creazione di posti di lavoro locali e quindi può rappresentare un importante volano per lo sviluppo economico e sociale delle comunità locali.

Differenze tra CER e autoconsumo collettivo

Per comprendere il funzionamento delle Comunità Energetiche Rinnovabili è importante distinguere tra queste ultime e l’autoconsumo collettivo, un tema che ha attirato molta attenzione negli ultimi anni. Prima di tutto, è importante chiarire che l’installazione di pannelli solari sul tetto di una casa non costituisce una Comunità Energetica Rinnovabile, ma piuttosto un caso di autoconsumo collettivo. In cosa consiste?

Come spiegato a questa pagina sul sito di Redelfi, l’autoconsumo collettivo si riferisce a un gruppo di almeno due persone che, trovandosi nello stesso edificio, producono energia e la utilizzano all’interno del loro blocco. La Comunità Energetica Rinnovabile ha una configurazione simile, ma si estende su un territorio più vasto. In altre parole, una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) rappresenta una forma di autoconsumo collettivo su larga scala, che coinvolge non solo un singolo edificio, ma anche un’intera area geografica.

Nel caso delle CER, gli edifici interessati si collegano alla cabina di trasformazione secondaria, a cui è associato un impianto fotovoltaico. Questa cabina di quartiere può alimentare da 50 a 200 famiglie, a seconda della sua capacità. Le cabine secondarie derivano dalle cabine primarie, che possono coprire territori più ampi, come interi comuni o persino popolazioni di 60.000 abitanti.

L’obiettivo delle CER è quello di garantire energia rinnovabile a prezzi accessibili, oltre che di promuovere progetti di sviluppo sostenibile sul territorio. In questo modo, l’energia prodotta in eccesso può essere venduta, e i ricavi ottenuti possono essere investiti in iniziative che favoriscono il benessere della comunità. È importante sottolineare che queste somme non possono essere distribuite tra i partecipanti alla CER come forma di reddito, ma solo come contributo per finanziare altri progetti.

Le Comunità Energetiche Rinnovabili rappresentano un’importante soluzione per promuovere la transizione verso fonti di energia più sostenibili ed economicamente convenienti. In un’epoca in cui l’attenzione per la salvaguardia dell’ambiente è sempre più alta, le CER rappresentano un passo avanti verso un futuro più sostenibile.

Come la cittadinanza attiva sta guidando la transizione verso le comunità energetiche rinnovabili

La cittadinanza attiva è diventata un attore sempre più importante nella transizione verso le energie rinnovabili, anche attraverso la formazione di comunità energetiche locali. Queste ultime sono costituite da cittadini, imprese e autorità locali che collaborano per produrre, consumare e condividere energia rinnovabile, promuovendo così la sostenibilità ambientale e l’autonomia energetica.

La cittadinanza attiva è fondamentale per lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili, in quanto rappresenta l’elemento umano che le sostiene e le guida nella loro attuazione. I membri delle comunità energetiche sono coinvolti attivamente nella progettazione e realizzazione di impianti di produzione di energia rinnovabile, nella gestione del consumo energetico, nella condivisione delle risorse e nella divulgazione dei vantaggi della produzione di energia pulita e sostenibile.

La partecipazione attiva dei cittadini nella gestione delle comunità energetiche rinnovabili non solo promuove la diffusione delle tecnologie pulite e la sostenibilità ambientale, ma anche l’inclusione sociale e la coesione territoriale. Le comunità energetiche rappresentano un’opportunità per coinvolgere i cittadini nelle decisioni locali e per creare una maggiore consapevolezza dell’impatto ambientale delle scelte quotidiane.

Obiettivi da raggiungere con il PNRR

Per realizzare gli obiettivi a medio e lungo termine del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e per creare comunità energetiche locali, nei prossimi anni sarà fondamentale sviluppare modelli di business efficaci. Questi modelli dovrebbero essere creati sfruttando i risultati della fase iniziale di sperimentazione e dovrebbero caratterizzarsi per la presenza di schemi di finanziamento e incentivi innovativi, l’utilizzo di tecnologie intelligenti e la definizione di un quadro di riferimento normativo semplice ed efficace.

Per incentivare l’attuazione di questi modelli, ci concentreremo sui vantaggi socioeconomici delle comunità energetiche, che come scritto a questa pagina sono la possibilità di abbattere i costi dell’energia e di condividere questa risorsa con un numero sempre maggiore di persone, in base alle loro esigenze, insieme alle opportunità di guadagno, possono costituire un incentivo importante per diffonderne l’uso tra la popolazione.

Esempi di successo di comunità energetiche rinnovabili guidate dalla cittadinanza attiva

Ci sono diversi esempi di comunità energetiche rinnovabili guidate dalla cittadinanza attiva in tutto il mondo. Un esempio è la comunità di Feldheim in Germania, che ha raggiunto l’obiettivo di diventare completamente autosufficiente dal punto di vista energetico utilizzando fonti rinnovabili, come l’energia eolica e solare.

In Italia, il comune di Scandiano ha creato una comunità energetica rinnovabile in cui i cittadini possono investire nelle energie rinnovabili e beneficiare dei ricavi generati dalle loro attività. Un altro esempio è la comunità energetica rinnovabile di Dindefelo in Senegal, dove i residenti hanno installato un sistema solare fotovoltaico per fornire energia elettrica pulita alle case e alle imprese locali.

Le comunità energetiche rinnovabili guidate dalla cittadinanza attiva dimostrano come l’adozione di un approccio bottom-up, in cui i cittadini sono coinvolti nel processo decisionale e nell’implementazione delle soluzioni energetiche rinnovabili, può portare a risultati significativi. Inoltre queste comunità dimostrano che l’energia rinnovabile può essere una fonte di reddito per i cittadini, migliorare la sicurezza energetica e ridurre le emissioni di gas serra.

Conclusione

Le comunità energetiche rinnovabili rappresentano una grande opportunità per accelerare la transizione verso un sistema energetico più sostenibile e democratico. La partecipazione attiva dei cittadini è fondamentale per il successo di queste comunità, poiché consente di creare una cultura dell’energia sostenibile e di promuovere l’innovazione tecnologica e sociale.

Grazie alla partecipazione attiva dei cittadini, queste comunità rappresentano una soluzione concreta per promuovere la sostenibilità ambientale, l’autonomia energetica e l’inclusione sociale, e rappresentano una risposta efficace alla sfida dei cambiamenti climatici.

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